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Milano, Bompiani, 1931. In-16° (18 cm x 13,5 cm). Pp. 232, (8). Brossura cartonata editoriale illustrata a colori, autore e titolo sulla bross. ant. e sul dorso. Una leggera fioritura marginale alla bross., peraltro esemplare internamente in stato di conservazione molto buono ancora parzialmente intonso.
Prima edizione del primo romanzo della scrittrice pisana, compagna di vita di Massimo Bontempelli che conosce nel 1927 di 30 più anziano di lei. è una cupa storia d'amore e morte dai risvolti profondamente edipici. La maternità, protagonista principale del romanzo uno dei temi centrali della narrativa della Masino, è strettamente correlata alla sessuofobia, è considerata un’ imposizione ed una condanna; all'estremo opposto sta l'infanzia, intesa come momento magico dell'esistenza umana, che le imposizioni sociali distruggono in un crescendo di gretta convenzionalità tipica delle consuetudini borghesi.Emma, la protagonista, è una donna apparentemente fragile, in realtà piena di energie e di talento che però è limit,ata psicologicamente da una serie di circostanze che le impediscono di afferrare nel verso giusto i problemi che la vita le offre. Sposa un uomo (rovinato da un cattivo rapporto con la madre) che presto scenderà in una sorta di abisso mentale, dove, ribaltando il suo essere nel mondo, confonderà sua figlia per sua madre. Ha un atteggiamento negativo nei confronti del sesso: è convinta che i suoi si accoppiassero ogni sera sul pavimento di fronte agli occhi dei personaggi biblici e che lei ritiene di essere stata concepita in modo orribile. E questa convinzione la porterà a sopportare anche il suicidio di uno stalliere che era suo amante. Così vaga di notte per la grande casa, illuminando con una candela i quadri di soggetto biblico appesi alle pareti. Alla tragedia e alle figure che tormentano la sua vita ossessionata dal sesso vissuto solo come violenza, Emma contrappone la purezza della sua maternità, unica realtà di cui è fiera, ma che le sarà negata con la morte dell’ unica figlioletta Barbara, anch’ essa vinta dalle visioni della madre. A causa del romanzo, che la critica fascista denunciò come eversivo a causa dei toni sommessi eppure pericolosamente destabilizzanti per la propaganda demografica, la Masino fu accusata dal regime fascista di non saper pensare come una donna; inoltre, nonostante un immediato successo, Monte ignoso fu fortemente criticato da intellettuali illustri come Gadda ne criticò l’ ipersurrealismo, e non ne comprese il voluto stravolgimento grammaticale