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Roma, “Il Canzoniere”, tipografia G. Favia, 15 novembre 1951. In-16° (17 cm x 10,5 cm). Pp. (3), 15 (1). Brossura editoriale arancione illustrata da un disegno di Armando Buratti. Qualche segno del tempo ed una piccola mancanza all’ angolo superiore esterno della carta bianca finale, peraltro esemplare in più che buono stato di conservazione.
Prima rara edizione a tiratura limitata uscita in 300 esemplari numerati, il nostro è il 211/300. Tra i grandi poeti del dopoguerra, Accrocca fu allievo di Giuseppe Ungaretti e sviluppò il suo primo momento poetico riflettendo sulle esperienze luttuose della sua vita (la distruzione della guerra, la morte, il dramma sociale) in un’ ottica vicina, per esperienze, al neorealismo: in essa comunque confluiscono in modo evidente sia la lezione ungarettiana che le esperienze dell’ ermetismo, in una ricerca stilistica che lo porta verso la ricerca di una moralità, un senso poetico, un linguaggio e un tono stilistico personale. Discostandosi però poi dal lirismo iniziale e, dal post-ermetismo delle origini, seppe coniugare il linguaggio poetico con la realtà degli anni a venire, con le lezioni di Montale e Quasimodo.