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Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Maggio 1966. In-8° (19,5 cm x 13 cm). Pp. 128, (6). Legatura editoriale in piena tela marrone, autore e titolo in bianco sul dorso e sul piatto ant., sovracoperta a stampa. Grafica di Anita Klintz. Ex libris al recto dell’ occhietto “Che incuria non disperda Ferruccio Silvestri”. Esemplare in ottimo stato di conservazione.
Prima edizione di questa che è la decima ed ultima opera di Salvatore Quasimodo. Pubblicata nel 1966, l’ opera raccoglie le poesie scritte dal 1959 al 1966., per un totale di 23 poesie tutte di una sola strofa. Le poesie sono di argomenti, di generi e di stili diversi e sono disposte senza seguire l’ ordine cronologico della loro stesura e non rispettano neanche l’ ordine degli stili, dei temi e degli argomenti trattati dal poeta. Le poesie presentano invece una frastagliata e disordinata cronologia. Infatti le prime sono scritte tra il 1960 e il 1962; poi segue un buon numero di poesie scritte tra il 1964 e il 1966 a cui segue un altro gruppo di componimenti poetici scritti tra il 1961 e il 1963; segue poi la terz’ ultima poesia scritta nel 1962, quindi la penultima nel 1965 e l’ ultima che non ha data. Comunque sia, questa varietà di tempi e temi dà al libro un gioco di forme e di contenuto vario e gioioso che è una caratteristica fondamentale dell’ intera opera poetica. Si può dire che “Dare e Avere” sia il resoconto di sette anni di vita del poeta e ci restituisce un reportage sui numerosi viaggi che Quasimodo fece negli ultimi anni di vita, come fosse un album di fotografie istantanee di città e luoghi lontani, la descrizione e la trascrizione di ricordi, emozioni e sentimenti che il poeta provava e riceveva da ogni luogo e città visitata ed osservata. Oltre a queste poesie dedicate ai viaggi vi è un altro gruppo di poesie dedicate ai suoi ricordi di fanciullo e di giovane oltre che al suo nuovo amore, Curzia Ferrari.
Bibliografia: Gambetti/Vezzosi, p. 74; Spaducci, p. 242.