#dentisrarebooks
Milano, Feltrinelli Editore, giugno 1959. In-8° (20,5 cm x 13 cm). Pp. 378, (6). Legatura editoriale in cartonatura rigida illustrata. Conservata la rara scheda editoriale. Lievissima unghiatura chiara al taglio superiore, peraltro esemplare in ottimo stato di conservazione.
Prima edizione di questo romanzo in cui l’ A. ci descrive gli effetti che nell'immaginario della bellona di via Mac Mahon e dei ragazzotti di periferia hanno i miti della cultura di massa: le dive sexy, le super prestazioni, le soubrette. . Testori è l’ inventore di una straordinaria saga “neorealista” sulla storia intima e privata della Milano degli operai e proletari degli anni cinquanta. La Gilda del Mac Mahon è uno dei suoi racconti più significativi. Gilda ha un cuore grande come una casa, si innamora di Gino, un balordo, e per lui si spende davvero con amore e devozione. Al punto che quando lui viene condannato per ricettazione di refurtiva, Gilda si prostituisce per farlo uscire dal carcere. Ma Gino non ricambia con lo stesso amore e la stessa devozione perché i “buoni costumi” lo vogliono accanto a una donna “onesta”. Siamo nel 1959. Gilda è una prostituta milanese che, “lavora” in via Mac Mahon, alla periferia nord di una Milano che cerca a fatica di riprendersi dopo la guerra. E, come vogliono le storie delle prostitute di quei tempi, Gilda diventa il simbolo di un mondo dove i “dannati” vengono salvati dal loro stesso sforzo di sopravvivere al destino: “omnia munda mundis” diceva Sant’Agostino, ovvero tutto è puro per i puri. Gilda: potrebbe essere qualunque donna annientata dall’amore per un uomo che la sfrutta e non afferra la grandezza d’animo di un essere umano in cerca di riscatto e redenzione. Gilda: che con il suo nome – ispirato al film interpretato dall’ “atomica” Rita Hayworth cerca di allontanare da sé l’amarezza di una condizione atroce. Sono racconti pervasi di notevole fisicità e sensualità, talora di ironia, che risaltano quasi fossero simboli, cataloghi di sogni, quadri esistenziali o addirittura pagine di fotoromanzo, ambientati tra società ciclistiche, palestre di boxe, immensi caseggiati, il racconto ha come sfondo anche il mondo dorato della rivista e della commedia musicale, con i nomi mitici di Macario, Wanda Osiris, Carletto Dapporto, e sopra tutti Lauretta Masiero, di cui Testori fu sempre un grande ammiratore infatti la Gilda è spesso rappresentata a teatro, proprio per lo straordinario calore umano delle vicende.