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Impressum Venetiis per Bartholomeum de Zanis de Portesio, 1507 die xx mensis decembris. In-folio (31,3 cm x 21,2 cm). Cc. [122]. Segnatura: a-t6, u8. Legatura di fine '800 in piena pergamena rigida. Grande vignetta xilografica al frontespizio raffigurante Ovidio in cattedra che insegna ai suoi due commentatori. Con 23 grandi xilografie n.t. che riassumono gli episodi mitologici degli Heroides, quella al recto della prima carta di testo (c.a3) è racchiusa entro una raffinata cornice xilografica a guisa di tempio rinascimentale con cornucopie, putti a cavallo ed armature antiche, con uno scudo araldico centrale con, disegnato a china, un leone rampante. Qualche arrossatura ed ossidazione sparsa, un po più visibile su qualche carta, peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono.
Bella e rara edizione (un solo esemplare in Italia alla Vaticana ed uno solo in USA ad Harvard) illustrata di inizio 550 curata da Ubertino da Crescentino e Antonio Volsco. ). Le epistole di Eroini (o Eroidi) sono un'opera composta da 21 lettere d' amore o dolore composte da eroine classiche ai loro mariti o amanti. La prima serie, da 1 a 15, è scritta da donne famose eroine del mito greco: Penelope ad Ulisse, Fillide a Demofonte, Briseide ad Achille, Fedra ad Ippolito, Enone a Paride, Ipsille a Giasone, Erminone ad Oreste, Deianara ad Ercole, Arianna a Teseo. Canace a Macareo, Medea a Giasone, Laodamia a Protesilao, Ipermnestra a Linceo; del mito latino: Didone ad Enea; e storiche: Saffo a Faone. La seconda serie, da 16 a 21, attinge interamente dalla mitologia greca e contiene le lettere di tre innamorati con le risposte delle loro donne Paride ed Elena, Ero e Leandro, Aconzio e Cidippe. L' Ibin o Ibis invece è un poemetto imprecatorio composto da Ovidio durante la sua "relegatio". Attacca un anonimo romano di origine africana, prima amico, poi avversario e calunniatore del poeta. Il nome dell' opera deriva dall' ibis, l'uccello egiziano cui la fantasia popolare attribuiva la perversa abitudine di detergersi il posteriore con il becco; già il Levitico lo considerava animale impuro.
Bibliografia: Essling, 1139;EDIT16 online, CNCE 56998; Mortimer, 334; Sander, 5268; USTC, 845639.