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A Metz, de l’ mImprimerie de Claude Lamort, ; se trouve a Paris: chez Demonville, imprimeur de l’ Academie Francoise, 1786. In-12° (16 cm x 10,7 cm). Pp. (8), 228, (4). Segnatura: [p]4, A-T6, [c]2 Legatura ottocentesca in mezza pelle verde, autore e titolo dorati sul dorso ornato da fregi a secco ed in oro. Tagli marmorizzati azzurri. Testatine e finalini incisi. Piccola firma di possesso del XIX sec. al frontespizio. Esemplare in stato di conservazione molto buono.
Prima ed unica edizione di quest’ opera di Joullain che è la più interessante tra quelle da lui scritte che servono allo storico del mercato dell’ arte come guida alle pratiche delle case d’ asta nel XVIII secolo. Dopo un centinaio di pagine di note sulla pittura, sui principali incisori dal XV secolo e sulla tecnica dell’ incisione, affronta ciò che conosce meglio, il commercio di dipinti e incisioni. Joullain fu un pioniere nel modo in cui i dipinti venivano valutati registrando i prezzi e le provenienze dei principali dipinti venduti nel decennio precedente; si basò sul lavoro precedente di Edmé-François Gersaint, il primo mercante d’ arte francese a introdurre cataloghi dettagliati con descrizioni delle opere e biografie degli artisti. Il contributo di Joullain fu quello di compilare il primo indice che documentava la provenienza e i prezzi dei dipinti alle aste. Uno strumento che ebbe un impatto importante sul ruolo del mercante nel processo di valutazione dell’ opera. Mentre gli storici dell’ arte e i curatori erano responsabili della valutazione del merito di un dipinto, il mercante era responsabile della valutazione della provenienza di un’ opera. Pertanto, il ruolo del mercante fu elevato oltre quello di rivenditore e trasformato in quello di esperto.
L’ A. ebbe una brillante carriera come mercante d’ arte e banditore d’ asta nella seconda metà del XVIII secolo, prima di un clamoroso fallimento nel 1783. La sua testimonianza è di grande importanza per la storia del mercato e le sue riflessioni restano attualissime. Joullain discute a lungo della formazione di un gabinetto o di un museo privato, con grande attenzione alle diverse tipologie di collezionisti e menzionando le principali collezioni di Parigi. Le aste sono qui un argomento principale di discussione; sebbene Joullain le consideri un metodo eccellente per acquisire esemplari di belle arti, è consapevole delle truffe che si verificano in diversi casi. Vengono discusse anche le aste inglesi, che Joullain trova migliori di quelle francesi. L’ ultima parte del libro contiene l'elenco delle incisioni più notevoli in commercio nel 1786, le variazioni dei prezzi dei dipinti dal 1783 e l’ elenco dei cataloghi d’ asta d’ arte più interessanti dal 1741.
Bibliografia: Cicognara, p. 386, 145; Conlon, XXI, p. 167; Duplessis, p. 7; Pollen, p. 958; Cfr. V. Alayrac Fielding, Les Réseaux de sociabilité dans la culture des Lumières. Circulations, échanges et transferts, 2022, VIII, p. 379 ; F. Courboin, L’ estampe française graveurs et marchands: essais, 1914, p. 182; G. Feigenbaum-I. Jackson Reist, Provenance An Alternate History of Art, 2012, p. 102; List of Books and Pamphlets in the National Art Library, 1883, p. 22; J. Maberly, The Print Collector, 1885, p. 302; C. Michel, The Académie Royale de Peinture Et de Sculpture: The Birth of the French School, 1648-1793, 2018, p. 387; L. Rosenthal, La gravure, 1909. P. 254; T. Stammers, The Purchase of the Past Collecting Culture in Post-Revolutionary Paris C.1790–1890, 2020, p. 314;