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In Fiorenza, 1550 [In Firenze appresso Lorenzo Torrentino, 1550]. In-4° (21 cm x 14,6 cm). Pp. 547, (13). Segnatura: a-z4, A-2Z4, 22A4 (2A4 bianca). Elegante e raffinata legatura coeva in piena pergamena rigida, angolari floreali impressi al centro ed all esterno di entrambe le cornici, un grande fleuron al centro di entrambi i piatti. Tagli rossi. Carattere romano, greco e corsivo. Titolo e nota tipografica contornati da complesso fregio architettonico figurato, contenente lo stemma a sei palle dei de' Medici in cima e veduta di scorcio su Firenze in basso. Grandi capilettera silografici bellamente istoriati. Più di 20 figure di diagrammi e schemi, di cui almeno la metà a tutta pagina. Esemplare in ottimo stato di conservazione nella sua affascinante legatura coeva.
Prima edizione, (Variante A che riporta Fiorentina al frontespizio) , in volgare dell' Ethica Nicomachea di Aristotele di Stagira. Bernardo Segni (1504-1558), colto uomo fiorentino proveniente da una ricca famiglia di mercanti, tradusse e commentò questo ed altri testi aristotelici a partire da versioni umanistiche latine durante il quinto decennio del '500, che, come si apprende dalla sua biografia nel DBI Treccani, "fu per Segni ricco di esperienze intellettuali, cominciate nel 1541 con l'adesione all'Accademia Fiorentina, di cui fu console e lettore già nel 1542, e culminate, a partire almeno dal 1545, con la traduzione e il commento in volgare di quattro trattati aristotelici. In ordine di composizione: la Retorica (Firenze 1549), di cui ci è pervenuto anche un manoscritto (Firenze, Biblioteca Marucelliana, C.333), l'Etica (Firenze 1550), la Politica (con il titolo Trattato dei Governi, Firenze 1549), di cui ci è pervenuta la copia di tipografia (Archivio di Stato di Firenze, Cerchi, 838) e la Poetica (Firenze 1549), tutti dedicati a Cosimo [de' Medici] e usciti per i tipi di Lorenzo Torrentino sotto l'egida e l'approvazione formale della medesima Accademia (poi ripubblicati a Venezia nel 1551 da Bartolomeo Imperatore). Allo stesso periodo, dal dicembre del 1546 al marzo del 1547, risale il breve soggiorno romano presso la corte di Paolo III, ospite dell'amico cardinale Niccolò Ardinghelli, dove poté frequentare le lezioni sull'Etica di Aristotele di Antonio Bernardi della Mirandola." Nell' introduzione all'Etica, Segni esalta la lingua toscana e constata la necessità di buone versioni volgari dei classici della letteratura e della filosofia greca e latina. Il suo commento all'Etica cita con frequenza Dante Alighieri e autori importanti nell'ambito della tradizione dei commentari aristotelici, tra cui l'erudito bizantino deli' undicesimo secolo Eustrazio, metropolita di Nicea, il filosofo scolastico Walter Burley and l'umanista Donato Acciaiuoli. Segni, tuttavia, è noto non solo per queste traduzioni filosofiche, ma deve la sua fama soprattutto alle sue opere storiche come le Istorie fiorentine (1553-1558) in 15 libri, che coprono un arco di tempo che va dal 1527 al 1555, e la Vita di Niccolò Capponi, che fu suo zio e gonfaloniere di Firenze fino alla caduta della Repubblica, quando fu ripristinata la signoria medicea.
Bibliografia: STC BM XVI sec., It., 46; Torrentino, Annali, p. 104; Cranz & Schmitt, A bibliography of Aristotle editions: 1501-1600, 2 ed., p. 53; EDIT16 CNCE 2929; OPAC SBN IT\ICCU\TO0E\001164; Torrentino, Annali p. 104 USTC 810926. Manca all' Adams.".