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In Venezia, Presso Benedetto Milocco: si vendono da Lorenzo Baseggio in Campo a S. Bartolomeo, 1749. In-4° (27,3 cm x 20,1 cm). Pp. (4), 166. Segnatura: A6, B-X4 (X4 “bianca). Cartonatura rigida coeva con laccetti passanti, autore e titolo manoscritti sul dorso. Frontespizio stampato in rosso e nero con grande fregio xilografico. Capolettera, testatine e fregi in xilografia. Elegante antica firma di possesso all’ angolo inferiore del front. “Giuseppe Dr Sacchetto”. Esemplare ancora in barbe ad ampi margini, fresco e genuino in ottimo stato di conservazione.
Prima edizione di quest’ opera dell’ illustre letterato e scienziato padovano, la cui pubblicazione fu finanziata dal senato veneziano, che rappresenta un tentativo di applicare i principi della fisica, in particolare quelli legati all'elettricità, alla pratica medica, con l'obiettivo di trovare nuovi trattamenti e cure. In quest’ opera l’ A. esplora il rapporto tra la fisica, in particolare la conoscenza della moderna elettricità, e la medicina, ipotizzando le possibili applicazioni terapeutiche dell’ elettricità stessa. Pivati, influenzato dal contesto scientifico del suo tempo, cercò di comprendere come le nuove scoperte sull’ elettricità potessero essere utilizzate per curare malattie, anticipando in un certo senso lo sviluppo della medicina elettrica. L’ elettricità, la medicina e la storia naturale avevano già incrociato le loro strade molte volte prima dell' avvento del galvanismo. Agli inizi del XVIII sec., Newton, nell’ Opticks, aveva richiamato l’ attenzione sulla possibilità che il fluido nervoso e quello elettrico fossero identici.
Nei primi anni Sessanta dello stesso secolo, un'eminente autorità nel campo delle scienze della vita, il medico e naturalista svizzero Albrecht von Haller si era pronunciato contro quella possibilità, ma un decennio più tardi gli anatomisti e gli elettrologi avevano accumulato prove sufficienti per sostenere che, nel caso di pesci come la torpedine e l’ anguilla elettrica, gli animali manifestavano alcuni fenomeni che dovevano essere considerati a tutti gli effetti di tipo elettrico. Nel frattempo, a partire dagli anni Quaranta, medici di diversi paesi avevano cominciato a praticare varie forme di terapia elettrica e dibattevano sui rispettivi meriti di queste. Negli anni successivi, speculazioni di questo genere trovarono la loro espressione in un’ affermazione del più famoso appassionato di scienza dell’ epoca, Napoleone Bonaparte: “Credo che l’ uomo sia il prodotto dei fluidi dell’ atmosfera, che il cervello pompi questi fluidi e dia la vita, e che dopo la morte essi ritornino all’ etere”.
Bibliografia: Blake, 354; NLM, p. 354; Rossetti, p. 82; Wellcome, IV, 396. Manca a Bibl. Walleriana e Garrison & Morton. Cfr. Atti e memorie dell'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, 1993, CLXVII, p. 102; P. Bertucci, Viaggio nel paese delle meraviglie scienza e curiosità nell’ Italia del Settecento, 2007, p. 100; F. Garelli, Sulle dottrine elettriche nel secolo XVIII, 1866, p. 85; G. Grimelli, Storia scientifica ed artistica dell'elettrometallurgia originale Italiana, 1844, p. 31; Memorie della Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, 1876, p. 479; G.A. Moschini, Della letteratura veneziana del secolo XVIII fino a’ nostri giorni, 1806, p. 45; M. Pera, The Ambiguous Frog The Galvani-Volta Controversy on Animal Electricity, 2014, p. 198; Quaderni Di Storia Della Fisica, 2002, X, P. 24; Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, 1953, XLVI, p. 45; M.B. Schiffer, Draw the Lightning Down Benjamin Franklin and Electrical Technology in the Age of Enlightenment, 2006, p. 354; Studi Settecenteschi, 1996, XVI, p. 369; F. Zantedeschi, Trattato di fisica elementare, 1845, III, p. 535.