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Roma, Angelo Signorelli, 1943. In-8° (21 cm x 15 cm). Pp. 79, (3). Brossura cartonata editoriale a stampa illustrata a colori su disegno di Antonio Achilli. Prefazione di Giuseppe Lipparini. Esemplare in stato di conservazione molto buono.
Prima rara edizione (solo 4 esemplari censiti in ICCU) dell’ opera prima della poetessa romana. Considerata da molti una Emily Dickinson italiana per la sua esistenza chiusa e riservata è stata quasi ignorata in vita anche se ottenne gli elogi di critici come Lipparini, e per molti anni dimenticata, ma considerata oggi una delle più grandi voci femminili del ‘900. La raccolta consta di 21 liriche, quasi un canto en plein air immerso nei prodigi della natura e nel procedere delle stagioni. Una passeggiata sulla spiaggia (Novilunio marino), un sentiero fluviale (Invito), l’ amore “ch’ egli non sa, che bacio mai non spera” (Nascita della primavera), “il mio viso rosato nell’acqua della riva” (lago d’ Albano): assertivo e pugnace anche dove si piega a considerare l’ “attesa patita | lunga della mia vita” (L’ alba), “l’ illusorio sogno mio più bello” (Meriggio), “l’ansia d’ avvenire” (Presagio), il “mio tempo che passa, ahi, che già passa !” (A Diana in Valle Giulia), delle “case con gli occhi spalancati” (Invito), del “pascolo turchino del profondo” (Lago d’Albano). La sua è una poesia dal lessico curatissimo che costruisce un mondo e lo delinea attraverso dubbi e descrizioni di oggetti, ritratti e paesaggi, e si interroga e si tortura a quel fuoco del vivere come una falena attorno alla fiamma: “L’inquilina irregolare / mezza matta, che vive su in soffitta, / discorrendo col passero e col tarlo”.