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Londra (ma Firenze, Piatti), 1807. Due voll. rilegati in uno in-8° (18,4 cm x 11,8 cm), ciascuno con proprio frontespizio e numerazione autonoma. Pp. 287, (1), (4); 318, (6), 1 c.b. Segnatura: Segnatura: : \1!/8 2-18/8 19/2; \1!/6 2-20/8 21/4. Con, in antiporta dei due voll., ritratto dell’ A. di profilo entro cornice ovale e la tomba di Alfieri, qui incisa da Antonio Verico e realizzata da Canova a Firenze in Santa Croce su commissione dell’ ultima compagna del poeta Luisa Stolberg Gedern, contessa d Albany. Raffinata legatura coeva in mezza pelle verde, titolo dorato sul dorso ornato da fregi floreali a secco entro i 4 cassetti e da decori in oro geometrici realizzati ai piccoli ferri, legatura firmata al piede da “Bibolet”. Tagli marmorizzati azzurri. Esemplare fresco e genuino in ottimo stato di conservazione.
Bella edizione, in elegante legatura firmata da Laurent Martin Bibollet detto “Bibolet”, in-8° dopo la prima in-16° di questa autobiografia di Alfieri che rimase però incompiuta e venne pubblicata postuma nel 1806, con una datazione falsa. “... quanto poi allo stile, io penso di lasciar fare alla penna, e di pochissimo lasciarlo scostarsi da quella triviale e spontanea naturalezza, con cui ho scritto questa opera, dettata dal cuore e non dall'ingegno; e che sola può convenire a così umile tema”. Il racconto venne suddiviso dallo stesso Alfieri in quattro “epoche”: puerizia, adolescenza, giovinezza e virilità e può essere considerato un vero e proprio romanzo, pieno di riferimenti storici, di passioni, di tentati suicidi e di ideali e sdegno nei confronti di ogni tipo di meschinità.
Laurent Marin Bibollet (1792-1845), ex apprendista di Simier, si stabilì a Parigi, dove lavorò dal 1826 fino alla sua morte accidentale nel 1845. Lavorò in particolare per il potente nobile e politico francese Charles-Maurice de Talleyrand, raffinato bibliofilo e tra i massimi esponenti del trasformismo politico, servì tutti i monarchi francesi da Luigi XVI a Luigi Filippo ma anche il governo rivoluzionario francese e Napoleone Bonaparte.
Bibliografia: BM, III, p. 555; Bustico, p. 253, n° 14; Parenti, Luoghi falsi di stampa, p. 127. Cfr. J. Lindon, L’ Inghilterra di Vittorio Alfieri e altri studi alfieriani, 1995, p. 59; C. Mazzotta-M.G. Tavoni, Scritti alfieriani, 2007, p. 215; G.C. Sciolla, Vittorio Alfieri ritratti incisi, 1998, p. 110.