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In Venetia, Appresso Gioìvambattista, Marchio Sessa, & fratelli, 1578. In-Folio (31,2 x 21,5 cm). Cc (28), 163, (4), 164-392 (i.e.396). Segnatura: a8, b6, c4, d10, A-V8, X12,Y-Z8, 2A-2Z8, 3A-3C8. Bella legatura in piena pelle rossa del XIX sec., autore e titolo dorati sul dorso. Al frontespizio, magnifico ritratto di Dante in profilo entro ricco medaglione con putti e ghirlande in xilografia. 10 grandi vignette di descrizione nel testo all’ inizio dell’ inferno, marca editoriale dei Sessa al colophon, c.392(v), raffigurante un gatto (Zappella, 588) inciso in xilografia entro una ricca cornice con festoni, putti, grottesche. Con 99 illustrazioni incise su legno nel testo (tre delle quali a piena pag.) riproducono quelle allestite da Marcolini per l’ edizione Vellutello del 1544 e già utilizzate nell’ edizione del 1564. Eleganti testatine (le prime che riprendono la marca editoriale di Sessa), capolettera parlanti. Dedicatoria di Giovanni Antonio Rampazetto a Guglielmo Gonzaga, Duca di Mantova e del Monferrato. Seguono una “Dichiaratione delle voci difficili che si trovano in questa opera del Sansovino”, un “Proemio” del Landino “Apologia in difesa di Dante, et de Fiorentini”, una “Vita di Dante Alighieri” composta dal medesimo Landino, i “Discorsi del Landino che cosa sia poesia et poeta, et della origine sua divina, et antichissima”, un' “Epistola” di Marsilio Ficino, uno scritto landiniano sul “Sito, forma, et misura dell'Inferno, et statura de Giganti et di Lucifero”, una dedicatoria del Veluttello a papa Paolo III, un’ avvertenza del Vellutello ai lettori, uno scritto del medesimo Vellutello su “Vita, et Costumi del Poeta”. Qualche piccola insignificante fioritura marginale, peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono.
Importante e rara edizione di Dante sia per l’ accuratezza della veste tipografica che per la cura data con grande finezza da letterati di grande levatura come Francesco Sansovino, che ne cura gli ammodernamenti ortografici, Christoforo Landino e Alessandro Vellutello. Grande ritratto di Dante di profilo entro un medaglione incorniciato d’ alloro al frontespizio da il nome all’ edizione detta del “Nasone” o del “Gran naso”, si riprende la fisionomia attribuita al poeta nel suo ritratto del Bronzino, occupa ben più di metà pagina e contribuisce ad evidenziare la volontà del Sansovino di incentrare l’ enfasi dell’ edizione sul nome di DANTE e non sul titolo del poema che dall’ edizione del Dolce era stato invece riportato al centro dell’ attenzione mediante l’ attribuzione dell’ aggettivo divina; il lettore sembra dunque invitato a confrontarsi in prima istanza con la figura dell’ autore il cui nome è anche stampato in un grande carattere umanistico maiuscolo. Nel libro si trovano 96 xilografie tre delle quali a piena pagina ed il testo riprende quello dell’ edizione aldina del 1502 curata dal Bembo ed unisce per la prima volta i due autorevoli commenti dell’ umanista fiorentino Cristoforo Landino (1424-1498) e del letterato lucchese Alessandro Vellutello (1473-1550) “…ed il confronto delle opinioni del quattrocentista con quelle del cinquecentista, riesce molto interessante per lo studioso” (Mambelli). Interessante notare che la presente edizione venne inserita nell’ Index Librorum Expurgandorum, pubblicato a Madrid nel 1614, in ragione di alcuni passi del commento Landiniano e si ordinò che dal Poema di Dante di qualunque stampa si dovessero toglier via nel Canto XI dell’ Inferno i versi 8 e 9; nel Canto XIX, del Purgatorio i versi 106 a 118; e nel Canto IX del Paradiso i versi 136 sin al fine del Canto. Nella ristampa poi del suddetto Indice espurgatorio (fatta in Madrid, 1747) non si mosse però più parola della censura al Comento, ne si confermo più l’ ordine della mutilazione al testo. (Gamba).
Bibliografia: Adams, D111; Batines I pp. 91 - 92; Brunet, II, 504; BM-STC Italian, p. 504; Essling, I, 546; Ebert, 5709: “Sehr geschatzt”; Gamba, 390; Koch I, 9; IA, 149.980; Mackenzie, 50f; Mambelli, n° 52; Mortimer, 148; USTC, 808800.