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Torino, Dalla Stamperia Reale, 1829. In-16° (15,5 cm x 10,2 cm). Pp. 159, (5). Segnatura: 1-6(12), 7(6), 8(4). Bella brossura rosa dell’ epoca. Stemma sabaudo sul frontespizio. Esemplare fresco e genuino, in stato di conservazione molto buono.
Bella ed apprezzata edizione di questo classico dell’ “Ars Oratoria”, una distinta forma della letteratura latina. Rappresentava l’ arte del parlare in pubblico con un discorso eloquente ed era strettamente collegata alla retorica, ovvero l’ arte del dire, parlare in pubblico e di saper comporre versi per un testo. L’ opera si divide in due distinte sezioni: La locuzione oratoria, Della proprietà della locuzione. Del parlar bene. Dell'elezione delle parole. Della freddezza nel dire. Dell'ampiezza e magnificenza. Del decoro. Del numero oratorio. Della grazia del dire.
Nell’ “Arte poetica” posizione centrale è data alla tragedia, alla quale viene assegnato un posto d’ onore equivalente a quello dell’ epica; in antitesi rispetto al teatro di Plauto, il teatro dell’ “Ars poetica” è per un pubblico colto e raffinato, caratterizzato anch’esso dalla ricerca della perfezione formale che ha dato origine all’ arte poetica, la spinta naturale dell’ uomo a imitare, oppure l’ apprezzamento delle persone per le cose imitate: “Essendo l’ imitare conforme a natura, e così pure l’ armonia e il ritmo, fin da principio quelli che erano a ciò più disposti diedero origine alla poesia partendo dalle improvvisazioni”; poi la poesia si spezzò a seconda dei caratteri degli autori. Il libro è così diviso: Del verso. Della rima. Del sonetto. Della canzone. Della tragedia. Del la spinta naturale dell'uomo a imitare epico.
Bibliografia: P. Stella, Don Bosco: Mentalità religiosa e spiritualità, 1979, p. 23; Storia di Torino, 1997, VI, p. 494.