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Bernae Helvetiorum, Excudebat Ioannes Le Preux, 1608. In-8° (16 cm x 10 cm). Pp. (2), 203, (3). Segnatura: A-N8. Legatura del tempo in piena pergamena rigida. Al centro del frontespizio una grande vignetta xilografica: un cerchio con un triangolo e un quadrato all’ interno, e motto "Ordo naturae omnia ab uno omnia ad unum". Capolettera e testatine xilografiche. Una curiosa annotazione manoscritta in grafia corsiva di primo ottocento: “Questo libro nel dentro è intero in tutto”. Annotazione di antica collocazione al contropiatto posteriore. Esemplare con uniformi arrossature dovute al tipo di carta, peraltro in buono stato di conservazione generale.
Prima rara edizione di quest' opera del famoso alchimista francese nato in Guiana G. B. Penot. Studiò medicina a Basilea ma sedotto dalle dottrine di Paracelso ne divenne un fervente sostenitore e dedicò la sua intera vita e tutto il suo patrimonio alla ricerca della pietra filosofale finendo in rovina: “s’ il avait un ennemi dont il voulut tirer vengeange, il ferait tout pour le pousser à s’ ouccuper d’ alchimie”. Della sua opera, si sostenne che Penot avesse plagiato le opere di Paracelso; come si sostenne prima anche delle opere di Basilius Valentinus che era vissuto prima di Paracelso e che Paracelso stesso avesse plagiato la sua opera, tutto poi confutato. È probabile che il passaggio in Basilius Valentinus, Chymische Schriften alle, so viel derer vorhanden, Hamburg, 1677, I, p. 117, possa essere ricondotto al concetto paracelsiano di Elias Artista. Nel suo “De denario medico”, l’ A. si occupò anche di Cabala partendo dalle conclusioni disposte nelle 72 conclusioni cabalistiche di Pico, uno dei primi cristiani a occuparsi della cabala ebraica, arrivando poi a confutarle per dimostrare che chi sa padroneggiare l’ esoterica gemmatria cabalistica è in grado di penetrare le profondità inesplorate delle scienze. Volle praticare queste sue idee a Praga, intorno al 1590, frequentando un circolo di fisici paracelsiani che praticavano l’ alchimia nella cerchia di Tadeáš Hájek z Hájk, il potente medico-alchimista personale dell’ Imperatore Rodolfo II.
Bibliografia: A. Dechambre, “Dictionnaire Encyclopedique des sciences médicales”, Paris 1886, (L-P), p. 703; Duveen, p. 464-465; Ferguson, II, 180; Hoogendoorn, p. 487; Krivatsky, 8781 ; Mendelsohn-Nowotny, “Utopia and Dyspotia”, p.70, n° 74; Cfr. Forshaw, “The mage’s image: Heinrich Khunrath in his oratory and laboratory”, p. 273.251; Nouvelle biographie generalle, Paris 1862 p. 534; Revue de Gascogne, 1883, Tomo XXIV, p. 484.