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Augustae Taurinorum, Excudebat Zappata, et Avonus, 1755. In-4° (24 cm x 19,5 cm). Pp. X, 55, (1). Con 12 grandi tavole più volte ripiegate in fine. Segtnatura: *6, A-G4 (*1 bianca). solida legatura coeva in piena pelle marrone, fregi dorati sul dorso. Tagli spruzzati azzurri. Frontespizio stampato in rosso e nero; Bella vignetta xilografica al frontespizio raffigurante un putto alato. Bell' esemplare in stato di conservazione generale molto buono.
Prima edizione di tutto il pubblicato di quest' opera sulla flora piemontese che è anche la prima opera dell' Allioni di argomento botanico. Le carte di tav. I-IIII, VI, XI-XII disegnate da Francesco Peyrolery; le carte di tav. VIIII-X disegnate da Francesco Peyrolery e incise da Pietro Peyrolery; la carta di tav. VII incisa da Giovanni Brun. Il libro descrive dodici specie di piante autoctone del Piemonte, fornendone un' accurata descrizione e, ove opportuno, un confronto con specie simili descritte da altri botanici. L'elenco delle fonti consultate conta 28 autori, tra cui Linneo, John Ray, Haller e Micheli. Sembra che questo libro abbia circolato molto poco e sia relativamente meno conosciuto delle altre opere dell' Autore. Carlo Allioni fu protomedico di Vittorio Amedeo III di Savoia, professore all' università di Torino e direttore del locale orto botanico. L' Allioni, soprannominato il "Linneo piemontese" è anche noto per essere stato il primo scienziato ad adottare in Italia la classificazione tassonomica e la nomenclatura di Linneo.
Bibliografia: BMC NH, p. 31; Nissen, BBI, 19; Pritzel, 105; Saccardo, "La botanica in Italia", I, p.13. Manca a Stafleu & Cowan. Cfr. M. Ghiozzi, DBI, 2, p. 505.