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Copia manoscritta ottocentesca dello Hajj di Maymunà, nobildonna pellegrina alla Mecca nel XV secolo.
Rotolo cartaceo miniato e riccamente dorato con testo in arabo, avvolto su di un rettangolo di pelle marrone impiegato a protezione.
Realizzato da uno scriba anonimo molto probabilmente a la Mecca nella metà del XIX secolo.
Una debole e poco significativa gora chiara al verso dell’ opera che non tocca mai il testo o le miniature ma solo i margini bianchi esterni, peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono.
Misure del rotolo esteso: 164/165 cm x 23,5/24 cm.
Copia ottocentesca manoscritta del celebre attestato dello Hajj (un pilastro dell’ Islam, il pellegrinaggio maggiore a la Mecca) di Maymuna bint Muhammad bin Abdallah AzZardali, nobildonna marocchina vissuta nel corso del XV° secolo. L’originale è datato all’ anno 836 AH (AD 1432/’33) ed è ad oggi conservato alla British Library con collocazione Add. MS 27566.
Testo arabo redatto in grafia naskhi e thuluth su facciata singola, con profusione di decorazione e illustrazioni raffiguranti i luoghi santi islamici, come la Pietra nera Ka’ba a la Mecca e la Moschea del Profeta al-Masjid an-Nabawi a Medina.
Il rotolo, composto in comparti rettangolari successivi di varie dimensioni, si apre con un’ ornatissima decorazione di testa sarlawh arabescata policroma, seguita da una basmala in oro di sublime eleganza, dal credo islamico sull’ assoluta unità divina in inchiostro rosso e da versi coranici che inframmezzano tre imponenti colonne architettoniche affiancate e alternate su due registri.
A scendere, quattro medaglioni coi luoghi santi dell’ Islam alternati a due cartigli con iscrizioni coraniche, un’ immagine stilizzata del sandalo del Profeta contenente una citazione hadithica ed infine, vibrante di spirituali eulogie islamiche, il vero e proprio attestato di pellegrinaggio di Maymuna bint Muhammad bin ‘Abdallah az-Zardali, in carattere naskhi su 7 righi di testo.
Questa nobile originaria del Marocco settentrionale compì il suo pellegrinaggio fino allo Hijaz nella penisola araba coprendo una distanza di quasi seimila chilometri.
Rilevante copia ottocentesca di quello che è il più importante documento nella vita di un musulmano osservante, l’ opera è riccamente decorata a testimonianza del grande prestigio personale offerto dal pellegrinaggio maggiore nelle diverse società islamiche tradizionali, in questo caso in modo raffinato e ben visibile nelle importanti dorature attesta il ruolo tutt’ altro che marginale delle donne di alto rango nella civiltà magrebina nel tardo periodo della dinastia berbera dei Merinidi.