#LOREM IPSUM#
Una passione tramandata di generazione in generazione.
Litografia originale a colori eseguita tra il 1940 ed il 1950. Dimensioni: 34 cm x 48 cm. Firma a matita dell’ artista in basso a destra e siglata sinistra h.c. (fuori commercio) a sinistra. Pubblicazione sul catalogo generale della grafica dell’ Artista. Ottimo stato di conservazione.
Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 – Milano, 1956) è stato tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento. La sua pittura è influenzata in un primo momento dall’ incontro con i padri del movimento della Metafisica: Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Carlo Carrà. Rimane affascinato dal loro modo di concepire la pittura a tal punto da condividerne lo stile metafisico nella prima parte della sua produzione. Ulteriore ispirazione proviene da Manet e Renoir dai quali apprende la ricchezza dei colori intensi e delle atmosfere luminose, pur mantenendo gli echi del colorismo veneto. Un cambiamento di stile avviene nel 1935 durante un soggiorno a Londra: il suo tratto pittorico diventa spezzato, quasi sincopato, definito da Eugenio Montale pittura a zampa di mosca. L’ amicizia con Julius Evola gli consente di approfondire i propri interessi esoterici e di introdurli nella sua produzione artistica. Durante i mesi a Londra, invece, de Pisis ebbe modo di studiare a fondo i paesaggi di William Turnere si rese inoltre protagonista per le strade di Londra, dove era solito attirare la curiosità dei passanti mentre era intento a dipingere particolari scorci cittadini, iniziando ad introdurre una certa frammentazione visiva nervosa tipica di alcune pitture di paesaggio che sono datate agli anni Trenta. La partecipazione di de Pisis nel 1935 alla II Quadriennale nazionale suscitò alcune riserve, soprattutto in merito ad una presunta facilità di esecuzione che alcuni critici avevano individuato in alcune opere. Generalmente, nelle opere degli anni Trenta vengono meno le precedenti sperimentazioni sui piani compositivi. Probabilmente, però, come si legge nelle parole del critico Paul Fierens in una monografia che dedicò a De Pisis nel 1937, in questi anni si verificò una progressiva maturazione verso una espressività più essenziale, ma non per questo meno sentita a livello emotivo. Nel dopoguerra, la sua pittura disimpegnata a livello politico nel periodo di massima diffusione del neorealismo fu oggetto di polemiche da parte di alcune figure della critica più politicizzata, eppure questo episodio non scalfì il successo commerciale dell’ Artista.